Un osservatore superficiale giudica che le forme di governo del passato e quelle del presente siano numerose. Anzi proprio per questa convinzione (che io chiamerei illusione) sorgono profonde divisioni e violente lotte politiche. I nomi cambiano, da « tirannide assoluta» a «democrazia popolare», con infinite sfumature. II regime migliore sarebbe invero quello in cui il popolo fosse capace di giudicare saggiamente e di far sentire la propria voce, ma purtroppo la nuda, triste realtà e che il governo d'un paese e sempre « oligarchico», cioè tenuto in mano da un ristretto numero di uomini, che con nomi diversi, guidano lo Stato. So che quest'affermazione può esser giudicata, soprattutto da quelli che più o meno consciamente celano la realtà delle cose, come un assurdo o infame paradosso. Tuttavia chi voglia aprire gli occhi sulla storia antica e sul mondo odierno vedrà che suppergiù questa e la condizione politica « vera» dei popoli. Il problema della democrazia, cioè del governo popolare, non e soltanto formale, non si risolve solo con le costituzioni e le leggi, ma con I 'elevazione materiale e soprattutto intellettuale del popolo, in. modo che esso raggiunga una vera capacita di autodecisione e quindi di autogoverno. La Repubblica Veneta, che per 337 anni domino pure sulla nostra città, fu I 'unico grande e durevole stato che ebbe il coraggio, diciamo anche alquanto brutale, di riconoscere con sincerità questa dura Legge di governo. Invece di mascherare con nomi falsi la realtà, essa la accetto e, chiaramente, fermamente, la cristallizzo nel suo sistema, che fu cosi solido da durare un millennio, senza gravi mutamenti, senza ribellioni di sudditi, con un unico tentativo di colpo di stato da parte del Doge Marin Faliero, che ci rimise la testa. Non e un tipo di governo che noi riteniamo ideale. Tutt'altro. Ma fu onesto, cioè si chiamo col suo vero nome e fece comprendere bene ciò che esigeva dai soggetti e do che dava in cambio. Non si appello al «diritto divino» come fecero molte monarchie, ma affido semplicemente il potere ad un gruppo di famiglie, tutte considerate di pari nobiltà, iscritte nel famoso « libro d'oro ». Erano, del resto, famiglie con grandi meriti civili e militari. Da esse venivano tratti gli organi di governo. Anzitutto il Doge che pero aveva soltanto un 'alta funzione rappresentativa come simbolo vivente dello stato. IL potere legislativo ed esecutivo era in mana del Consiglio dei Dieci, del Senato e delle vane Magistrature, tutte di nobili, che si controllavano a vicenda ma si stimavano, generalmente, e si rispettavano fra loro, anche perche alla lunga finivano per essere tutti parenti. II « programma » di questo governo e espresso in una lapide latina del 1566 che si trova sullo scalone dell'Accademia di Venezia. Ne diamo, come al solito, il testo italiano: « II governo Veneto con la religione, la legge, la giustizia conserva lo stato, con la carità, l'amore, la pietà i sudditi» . Molti e stupendi sono i monumenti e i ricordi che confermano la saggezza della repubblica. Si pensi, per esempio, alla costituzione del Magistrato alle acque, organo che esiste tuttora, perche i governi succeduti alla repubblica (cioè quello francese, austriaco, italiano regio, poi fascista, oggi repubblicano) lo trovarono utilissimo in una regione come la nostra così irrigata e nello stesso tempo minacciata dall'acqua. Lo sviluppo, specialmente scientifico, dell'Università di Padova e una grande prova dell'illuminata politica di Venezia di fronte alla religione. Rispettosa di essa (ebbe per suo protettore sempre I 'evangelista San Marco, il cui simbolico leone alato fu lo stemma stesso della repubblica), non volle però subirne I'influsso in materia civile e scientifica, di guisa che gli studiosi trovarono protezione e liberta d'indagine a Padova. Ricordiamo la vita tranquilla di Galileo Galilei, che stava rivoluzionando la concezione del mondo sostenuto o dall'Inquisizione. Gli anatomisti poterono sezionare i morti facendo progressi nella conoscenza del corpo umano e scoperte meravigliose, sebbene la loro .pratica fosse allora avversata dalla Chiesa. Valla pena di osservare che proprio il Veneto, probabilmente anche per questa saggia ed equilibrata politica ecclesiastica della Repubblica di Venezia, e oggi una delle regioni ancora più fermamente « cattoliche») d 'Italia. Inoltre la classe dirigente aveva una tradizione di onesta in fatto di pubblico denaro, e di grande abilita amministrativa, diplomatica, militare (specie nella guerra marittima). Dalla nascita di Venezia, circa al tempo della caduta dell'impero romano, fino al 1797 quando venne in mano di Napoleone, nessuno straniero se non ospite o catturato in battaglia pose piede nella città, mentre il resto dell'Italia veniva invaso e sottomesso ripetutamente da ogni sorta eli popoli che scorrazzavano su e giù per la penisola. Anche Padova dal 1460 al 1797 non conobbe le sventure di altre città sorelle, rna, salvo I'assedio glorioso del 1509, visse tranquilla sotto la protezione della potente repubblica.
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